Il Decreto Dignità: le novità che riguardano il mondo del lavoro
- Autore: antonelli patrizia
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- 07 gen, 2019
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Come cambiano i contratti a tempo
Particolare enfasi è stata data da subito ai cambiamenti sui contratti a tempo, che vengono ridotti soltanto alle casistiche di estrema necessità per il datore di lavoro. In mancanza di causali specifiche, il primo contratto a tempo determinato, con la durata massima di 12 mesi, può essere rinnovato con le stesse condizioni solo in casi straordinari (come la sostituzione di altri lavoratori, per esigenze legate a incrementi temporanei, significativi e non programmabili, e così via) per altri 12 mesi, per un massimo complessivo di 24 mesi. Le proroghe possono essere al massimo 4 nell'arco di 24 mesi (prima erano 5 su 36 mesi).
In caso in cui il contratto a termine superi i 12 mesi e non ci sia la causale, il rinnovo è automatico a tempo indeterminato. Inoltre, ogni azienda non può avere una percentuale superiore al 30% di contratti a termine rispetto al totale.
Licenziamenti, voucher e bonus assunzioni
Novità anche per i licenziamenti senza giusta causa, con un aumento del 50% dell’indennizzo a favore dei lavoratori, e con un massimo per l’indennità che passa da 24 a 36 mensilità. Vengono inoltre reintrodotti i voucher, con una semplificazione della legislazione e ampliando la platea di aziende che possono farne richiesta, tra cui gli alberghi e le strutture ricettive che hanno fino a 8 dipendenti e per un massimo di 10 giorni.
Il provvedimento ha esteso anche al 2019 e al 2020 il bonus del 50% dei contributi per le assunzioni degli under 35 (che dal 2019 avrebbe dovuto essere legato soltanto alle assunzioni degli under 30). L’esonero del 50% dei contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro è riconosciuto per massimo 3 anni e con un tetto di 3.000 euro su base annua.
In termini fiscali, il Decreto Dignità porta inoltre alla disattivazione del redditometro, mentre è stato rinviato alla prossima scadenza lo spesometro. Sparisce anche lo split payment per i professionisti, con compensi che vengono compresi nelle ritenute alla fonte a titolo di acconto e a titolo di imposta.