Suggerimenti per lavorare da libero professionista in Italia
- Autore: antonelli patrizia
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- 02 nov, 2017
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Sempre più spesso i neo-laureati o neo-diplomati, per far fronte all’annoso problema dei nuovi contratti di lavoro aprono una partita IVA, divenendo a tutti gli effetti liberi professionisti.
Un libero professionista, secondo l’eziologia del termine, è un lavoratore il cui vincolo di versamento di contributi e pagamento degli oneri fiscali dipende esclusivamente da lui stesso, tagliando il tramite con l’azienda o il complesso lavorativo di riferimento. Una partita IVA è una sequenza di numeri di riferimento che identifica univocamente un soggetto (o un’azienda) ai sensi di una imposizione fiscale diretta.
Chi rilascia la partita IVA e a cosa serve?
La partita IVA viene rilasciata, tramite richiesta compilata e moduli allegati, dall’Agenzia delle Entrate, presso l’ufficio di riferimento della propria città.
Esistono due modelli per aprire una partita: l’AA9/11 per i privati ed i singoli soggetti, e l’AA7/10 per le società. Il modulo può essere compilato e richiesto anche telematicamente da un addetto abilitato alla mansione. I richiedenti partita IVA, a conclusione dell’anno fiscale di riferimento (che implica la presentazione delle documentazioni inerenti al precedente anno solare) dovranno compilare una dichiarazione dei redditi apposita, richiedendo i moduli presso l’Agenzia delle Entrate.
Una volta aperta, una partita IVA (il cui costo è annuo), trasforma il lavoratore in un libero professionista, potendo esercitare le sue capacità in ogni azienda in cui ve ne sia bisogno.In quali campi è richiesta?
Un libero professionista solitamente svolge le proprie attività in campo economico a favore di terzi, mettendo al servizio dell’azienda o della catena di riferimento la propria capacità di lavoro intellettuale.
I liberi professionisti generalmente sono iscritti ad albi di riferimento (avvocati, amministratori, psicologi, dottori in medicina), ma possono iscriversi anche ad una associazione di categoria. Essendo non subordinato all’azienda per cui lavora, il libero professionista riceverà compenso per le proprie prestazioni auto tassandosi in poche parole ogni volta, e versando i contributi di sua spontanea volontà tramite la partita IVA di riferimento.
Recentemente nel modello dei liberi professionisti è rientrato anche il cosiddetto freelance: si tratta di un lavoratore autonomo, senza partita IVA, i cui servizi sono regolati personalmente, come il rilascio di fatture per le prestazioni, ma non richiede l’iscrizione a nessun albo di riferimento.