Perché in Italia non ci sono abbastanza incentivi alle assunzioni?
- Autore: antonelli patrizia
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- 04 lug, 2017
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Dati scoraggianti, specialmente se confrontati con quelli registrati negli altri paesi UE, dove peggio dell’Italia fanno solo Cipro (12,5%), Spagna (18,2%) e Grecia (23,5%).
La pressione fiscale e il peso dei contributi
In un contesto di questo tipo, bisogna poi considerare la pressione fiscale, che in Italia è ancora una grave problematica, andando a incidere pesantemente sulla capacità delle aziende di creare occupazione.
Uno dei dati che maggiormente grava sulle assunzioni è inoltre il costo dei contributi, dei premi assicurativi e delle imposte che, molto spesso, rendono difficile se non impossibile assumere o stabilizzare il personale.Incentivi alle assunzioni 2017
Se da una parte la pressione fiscale sul lavoro rimane tra i più alti livelli in Europa, dall’altro si fa ben poco per incoraggiare le assunzioni, offrendo alle imprese degli incentivi e delle agevolazioni che potrebbero certamente contribuire all’impiego di disoccupati. La situazione italiana relativamente agli incentivi alle assunzioni rimane inadeguata a quelle che sono le esigenze di un paese che sta affrontando una grave crisi occupazionale, soprattutto sul versante giovanile.
Per il 2017 infatti sono state cancellati gli esoneri contributivi generalizzati, vale a dire quelli che avevano validità per qualunque disoccupato da almeno sei mesi.
A queste misure se ne sono sostituite altre di carattere circoscritto, ovvero valide solo per determinate categorie di lavoratori. Tra queste rientrano:
- il Bonus Sud indirizzato ai disoccupati tra i 16 e i 24 anni di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Abruzzo, Molise e Marche;
- il Bonus Occupazione Giovani, rivolto alla fascia di età 16-29;
- il Bonus Studenti e Apprendisti,
riservato agli studenti di istituti secondari e universitari e ai giovani
assunti con contratto di apprendistato.
Una situazione da migliorare per la crescita del Paese
Come si vede si tratta di misure certamente utili ma che vanno a incidere solo su determinate fasce di disoccupati, non prendendo in considerazione una fetta molto ampia di persone come per esempio gli over 30.
Bisognerebbe dunque fare di più e prevedere agevolazioni di carattere più generale e incentivi più consistenti per le imprese che desiderano assumere nuovo personale o stabilizzare quello già impiegato magari con contratti a termine.